La violenza nei confronti delle donne ha prevalentemente origine in ambiti relazionali e familiari: questa è una delle cause della sistematica sotto-rilevazione del fenomeno. Spesso la violenza subìta non è dichiarata dalle donne come causa dei traumi che le hanno condotte al Pronto Soccorso (PS), e non è quindi annotata all’interno delle cartelle cliniche. Le violenze perpetrate in contesto relazionale e familiare tendono inoltre ad essere reiterate, determinando accessi ripetuti ai servizi assistenziali, spesso con lesioni di gravità crescente. Il mancato tempestivo riconoscimento di tali situazioni può portare ad esiti infausti, come danni permanenti e anche la morte: la correlazione tra femminicidio e accessi in Pronto Soccorso è nota in letteratura.
Il progetto PAUSE mira a collegare e coordinare attività e progetti di ricerca già avviati all’interno degli Atenei piemontesi (l’Università degli Studi di Torino e l’Università del Piemonte Orientale), al fine di massimizzare il loro impatto e di costituire una iniziativa di riferimento per gli operatori a vario titolo impegnati nel contrasto alla violenza.
Uno degli intenti del progetto è integrare attività di ricerca già avviate dai proponenti al fine di massimizzare il loro impatto: obiettivo principale del progetto è rendere più tempestiva ed efficace la rilevazione dei fenomeni di violenza sulle donne, con il coinvolgimento di varie figure (operatori sanitari, psicologi, giuristi e forze dell’ordine, centri antiviolenza) e l’ausilio di strumenti di intelligenza artificiale per la detezione delle lesioni potenzialmente originate da eventi di violenza.
Le attività di progetto possono essere raggruppate in due rami principali.
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